Area di riferimento

Settore di applicazione

Waste Tratment

gr3n

gr3n

Il proponente

Matteo Bertelé

Altri membri del gruppo

L’idea Imprenditoriale

gr3n ha sviluppato una tecnologia che permette di abilitare un processo di riciclo chimico di alcune plastiche. Il riciclo chimico si differenzia dal riciclo meccanico (attualmente utilizzato) poiché produce i monomeri, ovvero i componenti di base per la produzione della plastica. In questo modo si può produrre nuova plastica che abbia le stesse caratteristiche della plastica vergine senza alcuna degradazione. Il riciclo chimico permette, inoltre, di riciclare tutti quei rifiuti plastici che non possono essere riciclati meccanicamente, come le plastiche accoppiate, le plastiche opache o fortemente colorate, gli scarti industriali del riciclo meccanico e i tessuti sintetici.

La tecnologia sviluppata e brevettata da gr3n si basa sull'applicazione delle micro-onde al processo di depolimerizzazione, funzionando come agente catalitico e migliorando l'efficienza della reazione. Inoltre, la reazione scelta (idrolisi basica), facilita il processo di purificazione a valle della depolimerizzazione, garantendo di avere un prodotto di maggior purezza. Nel 2018 gr3n finirà lo sviluppo del reattore industriale (che è già stato finanziato) e completerà i test di ottimizzazione. Entro l'inizio del 2020 costruirà, grazie ai finanziamenti ottenuti dalla Comunità Europea, l'impianto industriale dimostrativo, successivamente sarà pronta per la commercializzazione degli impianti.

Il mercato di riferimento è quello del PET (bottiglie e vaschette alimentari) e del poliestere (fibra più utilizzata per la produzione di tessuti), per un totale di circa 80 milioni di tonnellate ogni anno. Solo una frazione, pari circa al 10%, viene riciclata a causa di limitazioni tecnologiche, mentre il resto finisce in discarica, negli inceneritori o disperso nell'ambiente. La tecnologia sviluppata da gr3n permetterebbe di riciclare tutto il volume prodotto, riducendo al contempo l'energia del 67.4% e le emissioni di CO2 dell'88.9% rispetto alla produzione di monomeri da combustibili fossili.

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